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    Sutri

    "Intorno al lago di Vico"
    By Giasone 8 anni agoNo Comments
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    Storia

    La storia di Sutri (anticamente Sutrium) è testimoniata dai numerosi ritrovamenti archeologici nella zona appartenenti a diverse epoche. Le sue origini sono molto antiche, probabilmente risalenti all’età del bronzo. La sua fondazione è, secondo la leggenda, da attribuirsi ad un antico popolo di navigatori orientali, i Pelasgi. Altre leggende parlano della fondazione da parte di Saturno, che appare a cavallo con tre spighe di grano in mano nello stemma ufficiale del comune. Ebbe un forte sviluppo nel periodo di dominazione etrusca, come centro agricolo e commerciale. Come passaggio obbligato per l’Etruria, fu conquistata definitivamente nel 383 a.C. dai Romani, dopo la caduta di Veio. Successivamente sostenne il passaggio di diverse orde barbariche in viaggio per la via Cassia alla volta di Roma, fungendo da baluardo del consolato e dell’impero.

    La Donazione di Sutri

    Tra il V e l’VIII secolo Sutri fu coinvolta nelle lotte tra Longobardi e Bizantini, fino a che, nel 728, il re dei Longobardi Liutprando offrì la città e le terre circostanti al papa Gregorio II. Questa donazione viene considerata l’inizio del dominio temporale della Chiesa, ovvero il primo passo per la costruzione del Patrimonio di San Pietro.
    Nel IX secolo si colloca la leggenda di Berta, sorella di Carlo Magno, diseredata ed esule per aver avuto rapporti con un uomo di umili origini. Secondo tale leggenda, lungo la strada per Roma, ella si fermò a Sutri (secondo alcuni avendola ricevuta in dono dal fratello come dimora) e partorì in una grotta Orlando (o Rolando), poi nominato paladino di Francia dallo stesso imperatore e protagonista di numerose opere sulle sue gesta cavalleresche. Si svolse a Sutri nel 1046 un Concilio indetto dall’imperatore Enrico III, che pose fine allo scisma che vedeva opporsi tre rivali per il papato: vi fu eletto papa Clemente II. In età feudale fu al centro degli scontri tra guelfi e ghibellini, che culminarono nell’incendio che distrusse il borgo nel 1433, ad opera di Nicolò Fortebraccio, capitano di ventura. Da quel momento la città vide un rapido declino della sua importanza demografica ed economica. Sutri si ridusse quindi ad una cittadina rurale di secondo piano nello Stato Pontificio, facile merce di scambio per le famiglie nobili. Alla fine del XVIII secolo Sutri fu conquistata dalle truppe francesi e accomunata a Ronciglione. Nella Restaurazione fu resa allo Stato Pontificio. Sutri è un’importante sede vescovile almeno dal V secolo, sebbene la leggenda voglia che San Pietro stesso vi inviò San Romolo come vescovo, agli albori del cristianesimo. Il primo vescovo residente di cui si ha notizia certa è Sant’Eusebio, nel 465. Tra il 1243 ed il 1244 la città è stata per breve tempo sede papale, quando papa Innocenzo IV vi si stabilì per fuggire dall’imperatore Federico II, che egli aveva scomunicato.

    La Leggenda dell’Orlando Paladino

    Lasciando Sutri in direzione di Roma, a circa un chilometro e mezzo dalla piazza centrale, a sinistra sulla Via Cassia, si può notare un viottolo che scende a valle. Percorsi pochi metri, appare una grotta a due stanze sorrette da una colonna (probabilmente una tomba etrusca a camera). La tradizione popolare, rafforzata dai poemi cavallereschi franco-veneti del XII secolo, vuole che qui sia nato Orlando Paladino, Marchese del Chiaramonte, Conte di Blaye e Gonfaloniere della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
    La leggenda racconta che Carlo Magno aveva una sorella di nome Berta la quale ebbe l’impudenza di invaghirsi di un valoroso condottiero privo di titolo, di nome Milone. Il re, adiratosi, scacciò la donna dalla corte assieme al suo innamorato sgradito. Per quest’ultimo divenne vitale cercare chi lo assumesse al proprio servizio ma, respinto da tutti, fu costretto a dirigersi verso Roma per chiedere al Papa di intercedere presso il re. Durante la sosta a Sutri, in quella grotta, Berta fu colta dalle doglie del parto e mise alla luce un bel bimbo. Mentre lo accudiva un giorno il piccolo le scivolò di mano iniziando a rotolare sull’erba del pendio e facendo esclamare alla madre disperata “Ooh! le petit rouland!”. Da qui venne il suo nome Rolando o Orlando e quello della valle che ancora è chiamata Valle Rotoli. Tre dignitari del re Carlo Magno, riconosciuta la madre Berta come sorella del sovrano, permisero il ricongiungimento dei familiari da tanto tempo divisi. Rientrado in Francia, Carlo Magno volle suo nipote al fianco, ma Orlando pretese che il suo compagno Oliviero – sutrino autoctono – lo accompagnasse, divenendo poi con lui Paladino di Francia. (entrambi morirono combattendo contro i Saraceni nella battaglia di Roncisvalle, nell’agosto del 778.)

    Eventi

    • Nella settimana che include il 16 settembre, dies natalis della patrona Santa Dolcissima, vengono organizzate manifestazioni che comprendono una processione religiosa con il simulacro della Santa ed uno spettacolo pirotecnico con fiaccolata all’interno dell’anfiteatro la sera del 17 settembre.
    • Il 17 gennaio, giorno dedicato a Sant’Antonio abate, viene organizzata una sfilata di cavalli e, nella domenica successiva, viene conteso un palio. La festività è legata ad una leggenda secondo cui il santo avrebbe salvato, nel XIX secolo, gli animali del paese da una grave epidemia.
    • A giugno, in occasione del Corpus Domini, viene organizzata una processione religiosa ed una splendida infiorata lungo la strada principale del paese.
    • Una delle prime due domeniche di settembre si tiene ogni anno la sagra del fagiolo. Il fagiolo di Sutri, detto “della Regina” è una varietà molto apprezzata per il sapore e l’alta digeribilità. Altri prodotti tipici locali sono i funghi porcini e i vini.

    Il Museo del Patrimonium

    Voluto dall’Amministrazione Comunale in un palazzo del XV secolo, già sede della Comunità di Sutri e del Civico Ospedale, il Museo del Patrimonium ospita una serie di opere che rappresentano parte della storia della Città. Si possono ammirare delle splendide tele provenienti dalla chiesa di San Francesco, oltre a tre affreschi recuperati dall’abbandonata chiesa di santa Fortunata e risalenti al periodo medievale. Nella terza sala sono conservati pregevoli reperti lapidei tra cui la famosa lapide della “Colonia di Sutri”.

    La Necropoli

    Antri singoli, alcuni a più ambienti stanze ben definite decorate riccamente, cornici e frontoni, lesene e colonnine, così si presenta il complesso monumentale delle 64 tombe visibili dalla via Cassia e risalenti al primo secolo A.C. E’ considerato nel suo insieme uno tra i più rappresentativi esempi di ipogei romani.

    Anfiteatro romano

    L’anfiteatro romano di Sutri è un monumento archeologico romano. La struttura è costruita in tufo e risale ad un periodo compreso tra la fine del II secolo ed il I secolo, ed è stato riscoperto solamente nella prima metà dell’Ottocento, quando fu scavato tra il 1835 ed il 1838 dalla popolazione locale. Similmente all’Anfiteatro Flavio di Roma mostrava un coronamento finale con diverse strutture decorative (nicchie, statue, colonne) oggi parzialmente conservate. La pianta è di forma ellittica ed è composta da tre ordini di gradinate, potendo contenere al suo interno oltre 9000 persone

    Il Mitreo

    Monumento unico è il Mitreo, tomba etrusca, tempio pagano dedicato al dio mitra, chiesa cristiana dedicata dapprima a S.Michele Arcangelo, sutri01e poi alla Madonna con il Bambino (S. Maria del Parto). Racchiude oltre duemila e seicento anni di storia e stratificazione culturale ancora intellegibile attraverso le forme, i dipinti e il mistero che emana. Una chiesa interamente ricavata nel tufo con pareti e colonne affrescate, immagini sacre poste a salvaguardia e a difesa della cristianità. La struttura mantiene intatte le caratteristiche comuni a molti luoghi del culto Mitraico:

    • Una navata principale coperta da una volta a botte fortemente ribassata;
    • Due strette navatelle laterali con copertura piana;
    • Un lungo sedile che collega i pilastri della navata;
    • Una serie di gradini posti davanti all’altare;
    • Una nicchia in cui doveva essere alloggiato il bassorilievo rappresentante Mitra che sacrifica il Toro Cosmico, mai ritrovato.
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      Approfondimenti, Vico
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