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    Torri di avvistamento e fortificazioni

    By Giasone 5 anni agoNo Comments
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    Fortezze e torri di avvistamento presenti sull’Isola d’Elba

    L’Isola d’Elba, punto strategico per la sua posizione a controllo dei traffici marini e per la sua ricchezza mineraria, è sempre stata nelle mire delle più grandi civiltà della storia, che l’hanno resa teatro di grandiosi eventi. In difesa dei loro territori, difficilmente conquistabili, crearono moderni avamposti fortificati, la maggior parte dei quali ci è pervenuta intatta. Caratteristiche del luogo sono le spiagge che si affacciano sullo strabiliante mare che la circonda, la macchia mediterranea, le innumerevoli insenature e l’impronta di Napoleone. L’Elba si dota, di un rispettabile apparato difensivo, soprattutto grazie ai Pisani e alla Signoria degli Appiani. Inoltre, si trovano fortificazioni etrusche, spesso immerse nella macchia mediterranea, fortezze medicee e spagnole, esempi di inespugnabili (o quasi) architetture all’avanguardia. Oggi le loro mura raccontano storie di battaglie, razzie e violenze, ma anche tutti quei sogni di chi voleva fare dell’Elba il centro del Mediterraneo. Oggi, visitandone i resti, si riesce a percepire la forza di quelle fortezze che si ergono possenti su panorami unici e indimenticabili. Tuttavia, tale apparato non riuscì a proteggere efficacemente l’Isola: fra il 1534 e il 1555 i pirati Barbarossa e Dragut con le loro scorrerie, lo devastarono. Da ricordare sono per esempio la Fortezza di Luceri, o Santa Lucia, a guardia del Golfo di Portoferraio e il Castello del Giogo, presso Rio Marina, distrutte entrambe nel 1552.

    Castello del Volterraio                                                                                                                                              

    La più antica fortificazione di tutta l’Isola d’Elba è il Castello del Volterraio, tra Porto Ferraio e Rio nell’Elba.La toponomastica circa il nome del castello non ha prodotto risultati certi.  Il nome attribuitogli potrebbe derivare dall’etrusco vultur (avvoltoio) o dal territorio volterrano da cui proveniva l’architetto Vanni di Gherardo Rau che ne curò nel XIII sec. la ricostruzione.L’impianto di origini etrusche ha subito diversi consolidamenti, che la resero una delle poche fortezze elbane mai espugnate dai pirati turchi. In prima istanza l’architettura nel 1281 fu ampliata dai Pisani, da loro utilizzata a fini difensivi. Secondariamente fu rafforzata nel 1440; nei duri assedi del secolo successivo venne utilizzata come luogo di rifugio e asilo per molti elbani. Quando nel 1999 entrò a far parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il castello era in forte stato di decadenza. Ma grazie ai numerosi lavori di restauro, gli ultimi conclusisi nell’estate del 2017, ora la visita può essere effettuata in totale sicurezza e agevolezza. La pianta dell’edificio è esagonale circondata da mura e caratterizzata dalla torre quadrangolare, il cui accesso è consentito da un ponte levatoio in legno. L’apparato edilizio consente la comunicazione con altre torri di avvistamento dell’isola e della costa toscana. Proprio per la sua posizione strategica, visibile da quasi ogni punto dell’Elba, rimarrà per sempre a difesa di tutto il territorio elbano.

     

    Fortezze Medicee  

    Le Fortezze Medicee sono delle fortezze di Portoferraio usate per difendere l’Isola d’Elba dagli attacchi dei Turchi, volute dal Granduca di Toscana Cosimo I de Medici con il consenso di Carlo V, re di Spagna, che esercitava una protezione attiva sul Principato di Piombino. Nell’aprile del 1548 la progettazione venne affidata agli architetti Gian Battista Camerini e Bonucci a cui succedette in un secondo momento nella direzione dei lavori, l’architetto Bernardo Buontalenti. I Bastioni medicei vennero eretti su quattro livelli (Bastione “del Veneziano”, “del Casino di Mezzo”, “delle Palle”, e “della Cornacchia”) e tale struttura garantiva una protezione sicura dagli attacchi che potevano venire dalla “Porta a Terra”, che era al tempo separata dal resto dell’Isola da un fossato che andava dall’attuale Banchina dell’Alto Fondale fino alla Spiaggia delle Ghiaie ed era attraversato da un ponticello.                     Le costruzioni sono costituite da un  Fronte di Attacco, un insieme di Bastioni che si sviluppa per una lunghezza di circa 500 metri e si chiude verso Ovest l’antica Cosmopoli, la città di Cosimo. Un complesso architettonico imponente, maestoso e razionale e soprattutto sicuro al punto da scoraggiare, già nel 1553, un tentativo d’attacco da parte del temutissimo pirata turco Dragut che giunto all’Elba con molte navi su commissione dei Francesi, dopo aver studiato attentamente il fronte di difesa, lo giudicò invulnerabile.

    Forte san Giacomo                                                                                                                                                        

    Il Forte di Longone, detto anche Forte San Giacomo, venne costruito nel 1603 da Filippo III di Spagna durante la guerra con i Francesi. La Fortezza spagnola risalente al XVII secolo è considerata la sede della casa di pena; è costituita da un’imponente fortificazione situata sulla sommità del promontorio di Porto Azzurro. Il nome deriva dall’ antica località in cui sorge, che prima di assumere l’attuale denominazione era appunto chiamata “porto Longone”. La fortificazione ha una pianta a forma di stella simile ad un poligono dalla forma pentagonale irregolare; le cortine murarie esterne sono rivestite in mattoni e in pietra, sono anche caratterizzate da possenti basamenti a scarpa, che lungo i lati rivolti verso terra erano originariamente delimitati da fossati per aumentare le garanzie di sicurezza alla struttura difensiva costiera. Nel decennio 1880 – 1990, a causa di una crisi economica acutissima,venne  proposto al Ministero dell’Interno la trasformazione e l’ampliamento della fortezza in un penitenziario. L’allora sindaco Domenico D’Apollo vedeva nella realizzazione di tale progetto una forte ricaduta economica anche per le finanze comunali. Al termine delle trattative, dovute soprattutto alla presenza della chiesa di San Giacomo situata all’interno della struttura, il 4 novembre 1890 il Forte divenne un penitenziario e, in breve, uno dei più duri d’Italia. Solo negli anni Sessanta la situazione cominciò a cambiare e la vita dei detenuti cominciò a migliorare. Ultimamente, durante alcuni lavori di ristrutturazione, è venuta alla luce una galleria sotterranea che collega vari punti della cittadella.

     

    Posti di Blocco Costieri (PBC), Seconda Guerra Mondiale

    I primi studi di quello che poi sarà l’assetto difensivo dell’Elba durante il secondo conflitto mondiale risalgono al periodo che va tra la fine degli anni 20 e la metà degli anni 30. In questi anni furono elaborati dei piani dettagliati per la difesa dell’isola, basati sul concetto di una linea di resistenza nel versante orientale; tali piani poi applicati con l’entrata in guerra nel 1940. Tra la fine degli anni 20 e i primi anni 30 la Regia Marina aveva costruito le 9 batterie tra antinave, e antiaeree -con piazzole scoperte per i cannoni, depositi munizioni protetti, polveriere in caverna, servizi logistici e di sussistenza. Vi era poi una catena di avvistamento aeronavale estremamente strategica costituita da semafori, vedette, aerofoni e fotoelettriche. Fino a tutto il 1940 la concezione della difesa costiera rimase legata a vecchi schemi che prevedevano l’impiego di reparti di seconda linea. All’inverno 1940/1941 risalgono invece i primiprogetti per la costruzione di un  caposaldo all’interno di un sistema difensivodiscontinuo e arretrato, posto a sbarramento delle vie di penetrazione: Posti di Blocco Costieri (PBC). Secondo i criteri dell’estate 1943 per caposaldo si intende unastruttura difensiva costituita da postazioni per armi automatiche,trincee, posto comando con annesso osservatorio, uno o più ricovericon relativo posto di soccorso collegate mediante camminamenti,di massima attivi, dotata di una sufficiente autonomia logistica intermini di medicinali, viveri e acqua per 10 giornate complessive.A settembre del 1941 si decise di iniziare la costruzione dei: Posti di Blocco Costieri (PBC) nei punti più importanti delle strade più grandiadiacenti alla costa, con lo scopo di sbarrare il passo al nemico cheriuscito a sbarcare tentasse di penetrare all’interno del territorio.Da una relazione del 4 febbraio 1942 sappiamo che era prevista edavviata la costruzione dei caposaldo di M. Tambone a quota 319m e 268m, a cavallo di Marina di Campo.Al 31 agosto 1942 il caposaldo e i due PBC risultano in corso diCostruzione, che saranno poi ultimati nel luglio del 43 come confermano matte di agosto e settembre dello stesso anno.

     

     

    Torre Pisana

    La Torre di San Giovannirisale all’incirca al XII-XIII secolo periodo in cui l’isola d’Elba fu occupata dalla Repubblica di Pisa che costruì un sistema di fortificazioni come opera difensiva del presidio. Questa torre sembra sorgere da un enorme masso di granito su cui è stata costruita; inoltre poiché è situata sulle pendici del Monte Perone a 300m di quota, è come se dominasse il golfo di Marina di Campo, al tempo una delle baie più pericolose per le possibili aggressioni dal mare. In quel periodo infatti, da una parte, avanzava la minaccia saracena e dall’altra le ostilità tra Pisa e Genova si trasformarono presto in guerra per il predominio sul Mediterraneo. La torre occupava una posizione strategica per la vigilanza e la comunicazione ottica di segnali ed oggi permette di godere di un panorama davvero suggestivo. La struttura aveva una pianta quadrangolare ed era formata da due piani e da una terrazza di controllo, purtroppo andata distrutta dopo un attacco nemico, mentre le uniche aperture sono una finestra e un ingresso al quale si accedeva solo con una scala di legno retraibile per non facilitare l’assalto a coloro che tentavano di assediarla. Nonostante il suo stato di abbandono per molti secoli, causa di diversi crolli, è stata più volte oggetto di restauri che hanno contribuito a consolidare le pareti anche se l’accesso all’interno rimane molto complicato e pericoloso. Il percorso per arrivare alla torre è raggiungibile: dalla tortuosa e ripida strada che porta al Monte Perone, la struttura si trova sul lato destro, dove ad un certo punto parte un viottolo immerso nella macchia bassa di felci, ginestre e corbezzoli, affiancato da una comoda ed ombreggiata area picnic.

     

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