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    Gli Etrushi nell’Elba

    By Giasone 4 anni agoNo Comments
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    Nel VIII secolo a. C. inizia a muoversi nel centro Italia una nuova civiltà, la cui cultura era in forte discontinuità con quelle protostoriche fino allora dominanti. Essa si chiamò rasenna, per  i romani etrusca.  La nuova società dovette farsi largo in uno scacchiere mediterraneo polarizzato intorno ai greci.  Il controllo di una risorsa quale il ferro, che pochi altri posti potevano offrire per quantità e qualità come l’Elba, fu decisiva per l’ascesa al ruolo di potenza. Fu probabilmente in questo contesto che l’estrazione del rame va  perdendo via via importanza per cedere a una richiesta tumultuosa del più pregiato metallo.

    Non sappiamo quando avvenisse la prima estrazione del ferro elbano, anche perché le escavazioni industriali degli ultimi due secoli hanno probabilmente compromesso ogni studio archeologico delle aree estrattive. Nel V e IV secolo a. C. troviamo un’Etruria in declino. Infatti la sua forza sui mari e non solo era mal gradita dalle altre potenze mediterranee, Siracusa su tutte. A pagare le conseguenze più pesanti di questa crisi era l’Elba, in quanto motore economico della potenza etrusca.  In questo periodo si annotano alcune devastanti incursioni siracusane: soprattutto quella di Apelle, alla metà del V secolo a. C. . ciò sono buone probabilità che, seppur per un breve periodo, l’isola e le sue ingenti risorse minerarie siano passate sotto il dominio dei siciliani. In ogni caso, o per sfruttamento diretto, o per via commerciale, o per pirateria, i siracusani dimostrarono sempre il massimo interesse per il giacimento elbano.

    Per questa ragione gli etruschi dovettero architettare una rete difensiva sull’isola.  Ogni punto strategico fu interessato da fortezze all’interno di esse in molti casi si svilupparono piccoli abitati. Attualmente di queste strutture se ne ha diverse tracce, sparse soprattutto nell’isola centro-occidentale. A parte queste costruzioni, degli etruschi all’Elba rimane molto poco.

    Per gli Etruschi, l’Elba costituì un’inesauribile fonte di ricchezza: già nel VIII secolo a.C. sfruttavano le miniere ed esportavano il ferro in tutto il bacino del Mediterraneo, ricavandone enormi ricchezze. Sorsero così i forni, che giorno e notte fondevano i minerali con alti bagliori e, come narra Aristotele, dettero origine al nome Aethalia (scintilla), attribuito all’Elba dai navigatori Greci. Dei cinque secoli di dominazione etrusca rimangono diverse necropoli, alcuni resti di forni fusori e numerosi “villaggi d’altura”.

    I giacimenti elbani sono tra i più antichi depositi ferriferi sfruttati nel mondo. Dagli albori della storia, infatti, l’isola ha rivestito una posizione strategica, sia per il controllo del traffico marittimo, che per le inesauribili risorse minerarie, ambite dalle più grandi potenze del Mediterraneo.

    Sotto la dominazione Etrusca, per la purezza del suo minerale, l’Elba, denominata “L’isola dei Mille Fuochi”, raggiunge il periodo di massima espansione che si protrae fino alla fine del I° secolo avanti Cristo.Le tracce di cumuli di scorie dei “forni fusori” etruschi, con la loro particolare forma circolare conica, sono tuttora visibili sull’isola grazie ai circa cento “fabbrichili”, rinvenuti dagli studiosi. Con gli etruschi, infatti, l’estrazione e la lavorazione del ferro divenne una vera e propria industria organizzata. Successivamente, a causa dell’esaurimento dei boschi, e quindi del combustibile per la riduzione del ferro, la lavorazione si spostò sul litorale toscano.

    Dal 1950 con l’avvento del boom economico e del turismo, della concorrenza, di scioperi e accordi falliti, inizia la chiusura delle miniere dell’Elba che si conclude definitivamente nel 1981 con l’abbandono dell’ultima miniera: la Galleria del Ginevro.

    Nel 1980 chiudono i cantieri e cessa la produzione.

    Dal 1980 la concessione continua ad essere nelle mani della Società Nuova Italsider, oggi Ilva, che fino al ha 1992 regolato, nel cantiere di santa Filomena, a Rio, l’escavazione di serpentino e silicato di magnesio.

    Oggi il Parco Minerario Isola d’Elba​ e il Parco Minerario Calamita garantiscono, attraverso musei, escursioni guidate e laboratori didattici, la valorizzazione e conservazione dei siti minerari e della memoria storica e culturale dell’Elba, che solo fino a trent’anni fa era l’isola del ferro e del fuoco.

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