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    L’arcipelago Toscano

    By Giasone 4 anni agoNo Comments
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    Un mito greco narra che quando una collana di perle di Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, si ruppe sette perle caddero nel mar Tirreno dove non affondarono ma si trasformarono nelle sette isole situate tra la costa Toscana e la Corsica: Elba, Pianosa, Montecristo, Gorgona, Giglio, Giannutri e Capraia. 

    Le sette isole fanno parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il più grande parco marino d’Europa.

    Le prime riserve naturali dell’arcipelago Toscano risalgono al 1971 (Montecristo) ma solo nel 1996 fu istituito il Parco Nazionale dell’Arcipelago.

    Tutte le isole dell’arcipelago fanno inoltre parte del Santuario Pelagos per i mammiferi marini, un’area marina protetta che si estende per 90.000 Km2, istituita grazie ad un accordo tra Italia, Principato di Monaco e Francia.

    Circa 80 miglia (circa 150 KM) separano l’isola di Gorgona, la più piccola e la più settentrionale, dall’isola di Giannutri, la più meridionale. In mezzo si trovano le altre: Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo e Giglio.

    Oltre alle isole maggiori, sono inserite nel parco anche le isole minori di Le Scole, lo scoglio del Corvo e le isole della Cappa.

    Le isole dell’arcipelago fanno parte delle province di Livorno e Grosseto e ricadono in ben 11 comuni.

    L’arcipelago toscano è un arcipelago “anomalo”, poiché ciascuna isola ha una propria identità, dal punto di vista dell’ambiente naturale, della cultura, della storia e dell’arte.

    Giglio

    Davanti alla costa dell’Argentario si trova l’isola del Giglio. Il nome dell’isola allude sin dall’antichità alla presenza di capre (àighesin greco) abitanti ideali di un luogo montuoso e rupestre.

    L’isola, già abitata durante l’età della pietra e successivamente scelta dagli etruschi come avamposto militare, visse uno dei momenti di maggior splendore sotto il dominio romano della famiglia dei Domizzi Enobardi diventando un nodo marittimo fondamentale negli scambi tra le province come dimostrano i numerosi relitto nelle acque antistanti.

    Sull’isola è possibile vedere ancora oggi tre torri: Torre del Saraceno (Giglio Porto), Torre del Lazzaretto (a nord) e Torre del Campese (baia del Campese). Le torri furono costruite per volere di Cosimo primo de Medici per proteggere la popolazione dalle frequenti scorribande piratesche dei saraceni.

    Recentemente l’isola è divenuta tristemente famosa in tutto il mondo per il disastro della nave Costa Concordia (13 gennaio 2012). 

    Elba

    L’isola più grande dell’arcipelago è l’Elba, la terza per dimensione dopo Sicilia e Sardegna. L’isola si sviluppa su oltre 147 KM di costa con una grande varietà di spiagge; dalla sabbia dorata ai sassi alla spiaggia nera, la cui tonalità è dovuta alla presenza di ferro; l’Elba è infatti ricca di risorse minerale ed è stata fin dall’antichità un importante centro di attività estrattive.

    Tra i primi a scrivere dell’Elba fu Diodoro Siculo (90 – 20 a.C.) il quale narra che gli Argonauti (i 50 eroi mitologici che sotto la guida di Giasone intrapresero l’avventuroso viaggio sulla nave Argo) dopo essersi impossessati del Vello d’oro giunsero sull’isola, una volta chiamata Aethaliae qui costruirono un porto chiamandolo Argon, dal nome della loro nave.

    Nel diciottesimo secolo l’isola fu contesa tra austriaci, tedeschi, inglesi e francesi; dopo estenuanti trattative diplomatiche la piena proprietà e la sovranità fu assegnata a Napoleone Bonaparte che, in soli 10 mesi di governo, lasciò un impronta significativa sull’isola: costruì strade, riorganizzò l’economia mineraria e incrementò la produzione e l’esportazione del vino (di cui era ghiotto).

    Capraia

    Capraia è l’unica isola di origine vulcanica dell’arcipelago; anche il nome allude alla natura rocciosa dell’isola, deriva infatti dal latino caprariache a sua volta deriva dall’etrusco kapra, cioè roccia. E’ un’isola selvaggia ed incontaminata ed in alcune grotte del versante occidentale vivono alcuni esemplari di foca comune.

    I monaci benedettini furono i primi a popolarla scegliendola come uno dei luoghi dove ritirarsi a pregare, era il 1045.

    Nel mare dell’isola di Capraia è sommersa, dal 1998, ad una profondità di 14 metri una statua di padre Pio alta tre metri, considerata la più grande del mondo creata dallo scultore foggiano Domenico Norcia.

    Gorgona

    Gorgona è il più piccolo dei sette diademi, la più piccola isola dell’arcipelago e da decenni sede di una colonia penale.

    E’ quasi interamente montuosa e coperta dalla tipica macchia mediterranea. Il centro principale dell’isola è costituito dall’antico borgo dei pescatori.

    Abitata forse dagli etruschi e certamente dai romani Gorgona fu occupata in epoca medioevale da alcuni monaci benedettini e cistercensi che vi fondarono alcuni monasteri e abbazie.

    Le acque intorno all’isola sono ricche sotto molti aspetti grazie alla tutela assicurata dalla presenza della colonia penale, per questa ragione sono oggetto di continui studi. L’isola inoltre è il cuore del cosiddetto Santuario Internazionale dei Cetacei.

    Pianosa

    L’isola di Pianosa, come suggerisce il nome, è l’unica isola pianeggiante. Nel 1998 fu chiusa la colonia penale presente dal 1858; la sua presenza ha protetto il mare intorno all’isola che rappresenta uno degli scenari subacquei più intatti di tutto il mediterraneo.

    Sull’isola è presente la villa di Agrippa, complesso romano proto imperiale che sorge davanti alla nota spiaggia di cala Giovanna, inoltre sull’isola sono presenti le catacombe di Pianosa, costituite da un fitto intrecci odi gallerie che costituiscono il complesso di catacombe più grande a nord di Roma.

    Giannutri

    L’isola di Giannutri deve il suo nome alla caratteristica forma a mezzaluna e di conseguenza alla falce lunare, attributo della dea Artemide. È la più a sud dell’arcipelago.

    L’isola abitata già nell’età del bronzo vide il suo massimo splendore in epoca romana quando furono realizzati il porto e la villa lungo la costa i cui resti sono ancora ammirabili.

    Montecristo

    L’isola di Montecristo, un tempo chiamata Oglasa, è una delle più selvagge ed inaccessibili. Resa famosa grazie al celebre romanzo di Alexandre Dumas “Il Conte di Montecristo” che racconta la storia del leggendario tesoro nascosto nell’abbazia di San Mamiliano, costruita nel 600 da monaci benedettini. 

    E’ un’isola prevalentemente composta da granito grigio/rosa ed ha una forma piramidale che le conferisce un aspetto di inespugnabilità.

    Lo spazio intorno all’isola di Montecristo dal 1988 è diventato una zona di tutela biologica integrale; la fascia di 1000 metri dalla costa + diventata accessibile solo per 1000 visitatori l’anno guidati dai Carabinieri del Corpo Forestale.

    Le condizioni che hanno impedito un’influenza antropica hanno favorito il prosperare della flora e della fauna di molte specie.

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