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    L’attività vinicola nell’Isola d’Elba ieri e oggi

    By Giasone 4 anni agoNo Comments
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    L’Isola d’Elba è un’isola situata tra il canale di Piombino a est, a circa 10 chilometri dalla costa, il mar Tirreno a sud e il canale di Corsica a ovest. È la più grande delle isole dell’Arcipelago Toscano, e la terza più grande d’Italia (223 km² ). L’Elba, assieme alle altre isole dell’arcipelago (Pianosa, Capraia, Gorgona, Montecristo, Giglio e Giannutri) fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. L’isola d’Elba è la più estesa porzione rimanente dell’antico tratto di terra emersa che collegava la penisola italica alla Corsica, dopo le altre isole dell’Arcipelago Toscano. Le coste settentrionali sono bagnate dal mar Ligure, quelle orientali dal canale di Piombino, quelle meridionali dal mar Tirreno e quelle occidentali dal canale di Corsica. Il terreno è molto vario, e diviso in più parti a seconda della sua conformazione e dell’era geologica in cui si è formato: La parte montuosa e più recente, a ovest, è dominata al centro dalla dorsale granodioritica del Monte Capanne(1019 m s.l.m.), creatasi circa 11 milioni di anni fa tramite un sollevamento sottomarino; Al centro si estende un tratto prevalentemente pianeggiante, interrotto dai bassorilievi calcarei;A est si trova invece la parte più antica dell’isola, formatasi più di 400 milioni di anni fa. In quest’area collinare, caratterizzata da rocce scistose e calcaree., Nell’isola  si trova un settore del litorale occidentale chiamato Costa del Sole, una delle zone più frequentate dai turisti per la bellezza delle spiagge e er il panorama. Il clima dell’isola presenta prevalentemente caratteristiche mediterranee, fatta eccezione per il Monte Capanne dove gli inverni tendono ad essere moderatamente freddi. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunnale e risultano essere abbastanza contenute. Il vento più frequente risulta essere lo scirocco caratterizzato da un elevato tasso di umidità; degno di nota è stato il vento di ponente del 12 gennaio 2016, che sul Monte Perone ha toccato 136 chilometri orari. E’ in questo territorio di origine vulcanica, dalla conformazione  varia e dal clima  mite mediterraneo che prospera la coltivazione dei vitigni  da cui hanno origine i grandi vini dell’ Isola d’ Elba. La produzione vinicola dell’ Isola d’Elba insieme a quella di Bolgheri e degli altri paesi vicini costituiscono la  strada del vino Costa degli Etruschi, lungo la quale si producono quei grandi vini famosi in tutto il mondo. Il merito viene riconosciuto alle due sorelle Della Gherardesca che sposarono un Incisa della Rocchetta e un Antinori. Mario Incisa ha inventato il Sassicaia, definito ‘il vino italiano più famoso del mondo’. Lodovico Antinori ha creato una delle cantine più suggestive d’Italia e ha cominciato a produrre l’Ornellaia, che nel 1995 ricevette il riconoscimento dalla rivista Decanter quale migliore cabernet italiano, Piero Antinori convertì la produzione di rosè, di gran moda negli anni ’70, in un magnifico Guado al Tasso, che si è collocato subito ai vertici della produzione enologica nazionale. Accanto a questi grandi vini, un fiorire di giovani ed entusiasti produttori che hano  raggiunto altissimi vertici qualitativi.  Tra gli antichi vitigni  dell’ Isola d’Elba ritroviamo quello dell’ Ansonica. L’uva Ansonica è anche conosciuta come Inzolia ed è molto diffusa in Sicilia dove viene utilizzata per il celebre Marsala. E’ oggi poco diffusa la sua coltura esclusiva e spesso è reperibile in molti vigneti sul territorio italiano assieme ad altre varietà. In passato veniva considerata dai contadini come uva da tavola. Nonostante l’antica provenienza siciliana, oggi l’Arcipelago Toscano e la Costa dell’Argentario possono essere considerate zone di produzione tipica del vino che se ne deriva. E’ un’uva bianca, ricca di zuccheri, con un grappolo grosso e acini bislunghi, coltivata quasi sempre ad alberello secondo l’antica tradizione siciliana. Nelle isole Toscane e sulla Costa degli Etruschi, con quest’uva si producono due vini : l’Ansonica Costa dell’Argentario e l’Ansonica dell’Elba. Quest’ultimo esiste nella versione ancora più nota di passito. Il vino Ansonica dell’Elba è un bianco secco e ha acidità contenuta. Il suo sapore è rotondo e corposo e puo’ essere abbinato a pietanze a base di pesce come primi piatti, tranci alla griglia oppure gustose zuppe. All’Elba, il vino Ansonica si ricava vinificando l’85% di uve ansonica bianca accompagnate da altri vitigni a bacca bianca autorizzati dal Disciplinare. Di colore giallo paglierino intenso, ha sapore da secco ad amabile. La sua gradazione alcolica minima è di 11,5% e si serve a una temperatura di 10/12°. Fino a pochi anni fa , all’isola d’Elba, l’uva Ansonica, veniva  prevalentemente vinificata come Ansonica Passito per il quale vengono ora utilizzate al 100%, le stesse uve dell’Elba Ansonica, sottoposte all’appassimento all’aria. La gradazione alcolica dell’Ansonica Passito risulta maggiore rispetto all’Ansonica dell’Elba raggiungendo una minima di 15 gradi di cui almeno 13 svolti. Il sapore è amabile. Per l’abbinamento delle pietanze meglio pensare a pasticceria di frolla e sfoglia, alla generica biscotteria e, naturalmente, alla tipica torta briaca. Il Vino Passito si serve a 12/14°C.

    Solo di recente è stata ottenuta la Denominazione di Origine Controllata Elba per questo nobile vino che rende forti e sani come dichiarò Napoleone.

    Per ottener il marchio di qualità, i produttori elbani hanno ammodernato le loro aziende e si sono adeguati alle norme dei disciplinari (come dal D.M. 09/07/67 e G.U. n. 200 del 10/08/67).L’area di produzione DOC (Denominazione d’Origine Controllata) è stata stabilita con la Disciplinare 15/9/90 ed è l’isola d’Elba. Qui i vitigni hanno trovato condizioni climatiche e pedologiche (di suolo) adatte a una coltivazione di carattere e relativamente abbondante.La denominazione di origine controllata, nota con l’acronimo DOC, non è un vero e proprio marchio poiché comune ad una grossa varietà di prodotti, ma una denominazione utilizzata in enologia che certifica la zona di origine e delimitata della raccolta delle uve utilizzate per la produzione del prodotto sul quale è apposto il marchio; il marchio è il simbolo apposto sul prodotto che lo identifica, per cui possiamo avere diversi marchi con lo stesso acronimo doc. Esso viene utilizzato per designare un prodotto di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono connesse all’ambiente naturale ed ai fattori umani e rispettano uno specifico disciplinare di produzione approvato con decreto ministerialeil quale fissa, a secondo della zona interessata, i requisiti minimi che il vino deve avere con riferimento al grado alcolico, alla quantità di produzione e alle modalità di commercio. Sono cambiati, in molti casi, i sistemi di coltura della vite, quelli di vinificazione, nonché l’affinamento e l’imbottigliamento. In alcune cantine è possibile però degustare ancora il vino che ha subìto l’appassimento delle uve in cannicciati esposti al sole e coperti da teli durante la notte per proteggerli dalla rugiada.

    Tra i più vini DOC dell’ Isola d’ Elba ritroviamo:

    L’ Aleatico DOC

    Le origini di questo vino hanno radici antiche. I primi a far conoscere quest’uva, dai sentori aromatici, tipici della loro enologia, furono i greci antichi, ma i romani introdussero massivamente la coltivazione dei vitigni Aleatico, favoriti anche dal suolo ricco di fosforo, ferro e arsenico, nonché dal clima mite e dal sole caldo dell’Elba. Napoleone, poi ne fece il suo vino preferito e gli dette lustro e fama tornato in Francia dopo il suo esilio nell’isola.

    Secondo il disciplinare di produzione, l’Aleatico dell’Elba deve essere prodotto per il 100% con uve Aleatico che appartengono a quelle con sapore di tipo moscato. Con una maturazione tardiva e una produttività bassa, la produzione dell’aleatico risulta limitata. Oggi, nonostante la ripresa del turismo di alta qualità, alla ricerca di valori e tradizioni, appena 5/6 ettari dell’isola sono dedicati ai suoi vitigni.

    Elba Bianco DOC

    Prodotto in gran quantità in tutta l’isola d’Elba, questo è il vino più noto e quello che ha inorgoglito nella storia gli elbani.

    Questo Bianco si ricava da uve Trebbiano toscano, noto anche come Procanico, per almeno il 50%, e da Ansonica e Vermentino, questi ultimi da soli o insieme fino a un massimo del 50%. Sono autorizzate anche altri vitigni a bacca bianca purché non si superi il 20% del totale.

    Il vino ha colore paglierino anche debole, odore vinoso e profumo delicato. Il sapore è secco e armonico. La gradazione alcolica minima deve risultare almeno del 11% e la temperatura di servizio 8-10°C.

    Come è prevedibile da un classico Bianco secco, si abbina ad antipasti e primi piatti a base di pesce conditi anche con salse, pesci al vapore o arrosto.

     Moscato dell’Elba

    Vinificazione tradizionale e appassimento naturale per un passito amabile e buono anche come aperativo.

    E’ prodotto con uva Moscato al 100%, selezionate e sottoposte a un processo naturale di appassimento all’aria. Alcune aziende lo producono con uva da agricoltura biologica ed è prodotto da quell’uva moscato che si è così ben adattata alle condizioni climatiche e alle caratteristiche del suolo elbano.

    La maturazione è precoce e la vendemmia è possibile già da fine agosto. Dopo circa 10 giorni di appassimento all’aria, gli acini sono selezionati e ammostati. Il mosto fermenta per qualche mese perché produca almeno il 13-14% di alcool.

    La resa di uva in vino non supera il 25/30%. Il vino Moscato bianco ha colore giallo paglierino intenso fino ad ambrato, odore intenso caratteristico dell’uva moscato, sapore da amabile a dolce, morbido e vellutato.

    La gradazione alcolica minima non supera i 16% e la temperatura alla quale va servito in calici piccoli e a stelo corto, deve essere di 12-14°C.

    Il Moscato bianco si presta anche come aperitivo, ma è particolarmente adatto a fine pasto, con il dessert. Essendo vino da meditazione, accompagna bene preparazioni di pasticceria secca da forno, biscotti, e anche formaggi stagionati e piccanti.

    Elba Ansonica Passito

    Un vino amabile, ottimo per dessert e per accompagnare la famosa Schiaccia briaca dell’Elba.

    Stesse uve dell’Elba Ansonica, sottoposte ad appassimento all’aria. Ha colore da paglierino intenso ad ambrato, odore etereo intenso, sapore armonico, dall’amabile al dolce.

    La gradazione alcolica minima è pari al 15% e la temperatura alla quale si serve è di 12-14°C. Si abbina bene a pasticceria a base di frolla o sfoglia, biscotteria, e alla tipica Schiaccia briaca elbana.

    Il passito è indicato anche per dolci a pasta molle in genere o quelli al cucchiaio.

    Elba Rosso

    Questo rosso rispecchia il carattere fermo e deciso della terra da cui nasce.

    Meno noto del cugino Bianco, questo vino si ricava da uve Sangiovese per almeno il 60%. Altre uve sono autorizzate per un massimo del 40% se rosse e 10% se bianche.Ha una gradazione alcolica minima di 11.5% e un colore rosso rubino, intenso e brillante. L’odore è vinoso e fruttato, il sapore asciutto, di corpo, e l’abbinamento gastronomico migliore risulta con primi piatti a base di con salse rosse, zuppe di pesce e carni alla brace.

    Elba Rosato

    Un Rosé da aperitivo che lascia una sensazione di fresco in bocca e un sapore armonico.

    Il Rosato dell’Elba si ricava dalle stesse uve del rosso, quindi Sangiovese (min 75%), ma raccolte con un po’ di anticipo e con una vinificazione in bianco.

    Il processo prevede l’allontanamento alla pigiatura delle bucce dal mosto. In questo modo si ottiene, una veloce macerazione naturale che dona a questo rosato un intenso profumo floreale fresco. L’affinamento, poi, dura fino 2 anni. Le caratteristiche sono di un vino tranquillo, secco.

    Il vino ha colore rosato brillante, più o meno intenso, odore fresco e sapore asciutto e armonico. La gradazione alcolica minima è di 11% e l’acidita’ totale minima è del 5,5 per mille. Si adatta a essere trattato da aperitivo con piatti di carne bianca, con poco condimento, e zuppe di pesce e formaggi.

    Buono anche con antipasti di mare, omelettes e soufflé di verdure. Si serve fra i 14° e i 16°C in un calice capiente a stelo lungo.

     

     

     

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