Anche se il turismo all’Isola d’Elba è un fenomeno abbastanza recente ed i primi flussi consistenti si possono far risalire agli anni cinquanta, non mancano tuttavia personaggi illustri che fin dall’inizio del secolo scoprirono le bellezze naturali dell’Isola, le virtù salutari delle acque del Poggio, la trasparenza del mare e la luminosità dell’aria.
Il richiamo turistico più importante agli inizi del secolo era il ricordo del breve regno napoleonico: i primi francesi ed inglesi calarono infatti sull’Isola per visitare i luoghi di soggiorno di Napoleone.
Non era facile raggiungere l’Elba ed erano poche le persone in grado di dare informazioni precise sulla posizione geografica dell’ isola.
Oggi la situazione è molto cambiata e non solo in Italia, ma in tutta Europa l’Isola d’Elba è ben conosciuta. Dopo la seconda guerra mondiale, iniziarono i progetti di sviluppo turistico come quello elaborato da ingegneri milanesi che tendeva a valorizzare le zone “desertiche” della Biodola e di Lacona con insediamenti a carattere ricettivo; i primi campeggiatori e pionieri del turismo elbano furono portati a Marina di Campo dal Touring club.
Da cinque alberghi con duecentosessantasei posti letto siamo passati a centoottantatre alberghi che possono ospitare diecimila persone, ci sono ventisei campeggi, case per ferie, villaggi turistici, centinaia di ville vengono affittate ai turisti. Certo il volto dell’Isola si è trasformato, sono mutate le sue risorse ed è giusto così. Anche se qualcuno continua a rimpiangere l’Elba com’era.
Il vero “iniziatore” del turismo elbano è il capitano Ottorino Bartolini, reduce di otto anni di prigionia in seguito alla guerra in India.
L’Elba, già poverissima prima della guerra, è stata occupata, bombardata, distrutta! Le miniere, la pesca, l’agricoltura sono le uniche risorse.
Il Capitano Bartolini ha avuto in eredità dai genitori i terreni più scomodi da coltivare: lontani dal paese e poco adatti alle colture perchè vicini al mare, proprio sulla spiaggia di Naregno!
E negli anni 50 dà vita così, insieme alla sorella, alla Pensione Le Acacie, nella casetta sul mare! Sono gli anni cinquanta!
All’ epoca a Noregno non vi erano luce, acqua e strade.
Per ovviare a tali carenze il Capitano Bartolini si cimentò nella creazioni di pozzi strade e generatori elettrici. Queste migliorie incrementarono l’afflusso turistico,a partire dai tedeschi i quali giunti a Naregno per le immersioni subacquee portarono risorse economiche.
Il personale che lavora in albergo è tutto capoliverese: generazioni di paesani hanno trovato un reddito sicuro lavorando a Le Acacie!
Il Capitano intuisce, con spirito veramente precursore sui tempi, che non basta avere sole e mare, bisogna offrire proposte turistiche specializzate: viene costruito un campo da tennis, una grande piscina;
La “Pensione Le Acacie” è diventata il “Complesso turistico sportivo balneare Le Acacie”! Altri alberghi intanto sono sorti e l’Elba è diventata una meta turistica! Sono gli anni settanta!
Nuove generazioni della famiglia Bartolini affiancano il capostipite nella conduzione dell’azienda: hanno fatto studi specialistici nel settore del management alberghiero.
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